Molti di voi anche quest'anno avranno scritto la letterina a Gesù Bambino...Letterina speciale perché contiene i desideri e i piccoli sogni che ciascuno, nel giorno più atteso dell'anno, vorrebbe vedere realizzati. Purtroppo, spesse volte, questo gesto si traduce in un puro elenco di giochi o "cose" che si vorrebbero trovare la mattina di Natale, tra i pacchetti da scartare.
Sarebbe bello provare ad andare oltre, ritrovare il gusto delle cose semplici e provare a formulare richieste che vanno al di là del puro oggetto commerciale, che sappiano toccare la sfera dei sentimenti e dei valori.
Molto bello, in questo senso, il testo di Tonino Lasconi pubblicato su Popotus (inserto dell'Avvenire) del 20 dicembre scorso, segnalato anche dalla collega Carmela sul suo blog. Ve lo riporto interamente e dopo averlo letto, forse, potreste apportare qualche modifica alla vostra "letterina"!
Caro Gesù Bambino,
ecco che arriva Natale e io non ti ho ancora spedito la mia letterina.
Il fatto è, caro Gesù Bambino, che prima ho perso tempo perché non riuscivo a scegliere tra i tanti doni che desidero, perché babbo e mamma mi hanno detto di avere saputo da fonte sicura che quest’anno hai deciso di non accogliere le richieste dei bambini che vogliono troppe cose. Secondo te, dimostrerebbero di non essere attenti a ciò che accade dentro le loro case dove, per colpa della crisi, si cerca di risparmiare anche sulle cose necessarie. Adesso ho scelto un regalo solo, che desidero tantissimo perché tutti i miei amici ce l’hanno: le scarpe con le rotelle sui tacchi, in modo che si possono adoperare anche come pattini. Io, anche se chiedo le scarpe a rotelle, so molto bene che i miei genitori devono risparmiare su tutto perché hanno da pagare il mutuo e quella tassa in più che devono pagare per la casa. Però a pensarci bene non so se posso chiederti le scarpe a rotelle. È che quando avevo finito di scrivere la letterina e stavo per spedirla, mi sono ricordato di quei bambini uccisi nella sparatoria in America e a tutti quelli di cui sentono storiacce in questi giorni. Ho pensato al dolore e alla tristezza di tanti genitori e dei loro amici. Altro che non avere le scarpe a rotelle.... Allora, caro Gesù Bambino, ho strappato la lettera e ho cominciato a scriverne un’altra: questa. A non chiederti le scarpe a rotelle, sono sincero, non ci riesco: mi piacciono troppo. Però ti chiedo nel frattempo di aiutare anche tutti coloro che hanno bisogno di cose più importanti di quelle che ti chiedo io, in ogni parte del mondo. Lontano da qui come nel mio quartiere. Insomma per tutti i bambini che non sanno che ci sono le scarpe a rotelle, perché non conoscono neanche le scarpe normali. Gesù Bambino, da quando ero più piccolo mio papà mi ha obbligato a vedere un po’ di telegiornali e a leggere il giornale perché dice che se i bambini non conoscono le notizie importanti diventano viziati. Per questo so che ci sono tante persone che abitano in Paesi devastati da guerre e violenze, tormentati dalla fame, spazzati da uragani, terremoti, alluvioni... E che perciò hanno bisogno di tutto. E non solo questo. Il papà e la mamma parlano spesso di loro colleghi che hanno perso il lavoro e non sanno come tirare avanti la famiglia.
Caro Gesù Bambino, non voglio fartela troppo lunga perché hai tantissimo da fare. Allora ti dico: vedi tu! So che farai tutto per il meglio, perché Natale porti speranza a ogni uomo, donna e bambino.
Ps. Senti, le scarpe a rotelle, se entrano nella tua lista, non fa niente se non sono di marca.